In questo momento tanto travagliato per la nostra Nazione l’amico Vicepresidente Oreste Bisazza Terracini –  tra i più importanti poeti italiani viventi – ci ha donato un’opera sulla nostra amata Patria. La composizione è scritta in versi settenari che con l’endecasillabo è il più usato e più bello della poesia italiana: basti pensare che settenario è l’incipit della canzone petrarchesca “Chiare, fresche et dolci acque”.

Penso che sia una poesia che svolge un importante ruolo maieutico per riscoprire i valori fondanti della nostra Costituzione. Costituzione che esalta i diritti umani il cui rispetto è obiettivo comune di tutti i soci della Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo.

 

Buona lettura a tutti!

Il presidente Eugenio Ficorilli

 

Alla Patria

 

Come se fosse stata

una bandiera issata

il popolo italiano

si scosse a quel richiamo

e via rimosse, attivo

l’inutile torpore

in cui s’era assopito.

II male che colpito

ha il mondo all’improvviso

sospinse cuore e mente

della nazione intera

così come distesa

e’ ben rappresentata

sul suolo benedetto

-su cui l’Italia è nata.

E’ stato forse dio

a fare la chiamata

diretta al nostro cuore.

Oppur comune amore

avuto per la vita.

Oppure la speranza

di fulgida riuscita.

Fu il grido patriota

del popolo italiano

che nella sua interezza

il mondo tutto apprezza

l’esempio retto a dare

di fermo comportare

che contro il male oscuro

incominciò a lottare

dando all’Europa intera

l’esempio di chi spera.

L’esempio di che’ fare.

Di chi agisce e crede

sospinto dalla fede.

Noi combattemmo un giorno

contro un nemico in armi

che a ferro e fuoco mise

la nostra terra invano.

Tenaci noi vincemmo

e adesso combattiamo

per quella stessa vita

che stata e’ da natura

offesa ed aggredita.

Sarà’ la disciplina

a noi vittoria dare.

Così come in passato

in tempo non lontano

fu il male debellato

dal nostro sforzo unito.

Non è che l’occasione

il virus che ci attacca,

e riscoprir che Italia

significa Nazione

e non di geografia

la semplice espressione.